I legumi sono un alimento politically correct, sinonimo di benessere a basso costo, ma anche di rispetto per l’ambiente, tanto che l’Onu li ha scelti come alimento dell’anno per il 2016.
Utilizzati da millenni in tutte le civiltà, con l’avvento della modernità e dei tempi rapidi che ci ha imposto, i legumi – dai più diffusi fagioli, lenticchie e piselli passando per ceci, fave e piselli fino ad arrivare ai più “ricercati” cicerchie e lupini – sono progressivamente scomparsi dalle nostre tavole a vantaggio di alimenti più veloci ma anche costosi. In realtà a questi preziosi alleati del nostro benessere andrebbe riservato un posto d’onore nel nostro regime alimentare inserendoli nei pasti più volte a settimana.
Perché i legumi fanno bene?
I legumi sono poveri di grassi, ricchi di fibre e sono una fonte preziosa di proteine (il doppio di quelle presenti nel grano e tre volte di quelle del riso) e sali minerali come ferro e calcio. Il loro alto contenuto di ferro e zinco li rende un alimento importante per la lotta contro l’anemia di donne e bambini. L’ideale è mangiarli in combinazione con i cereali integrali come nei classici piatti di pasta e fagioli o riso e lenticchie: in questo modo si raggiunge una composizione di aminoacidi essenziali paragonabile a quella della carne. I benefici più immediati riguardano l’abbassamento del colesterolo e una maggiore regolarità intestinale.
A ognuno il suo legume
I ceci, che sono i più calorici tra i legumi, contengono anche saponina, una sostanza che aiuta ad abbassare il colesterolo. Il consumo abituale di fagioli migliora la pressione e riduce il peso. Una varietà di fagioli in particolare, gli azuki, detti anche soia rossa, facilmente reperibili nei negozi di cucina naturale, è ricca di isoflavoni, molecole capaci di influenzare i processi legati alla crescita incontrollata di cellule tumorali, soprattutto nei tumori al seno e alla prostata. Bisognerebbe consumarne 50 grammi al giorno. Le fave aiutano a pulire l’intestino, mentre le lenticchie sono ricche di proteine, ferro e rame oltre che di antiossidanti.
I legumi aiutano anche l’ambiente
Ottimi per la nostra salute, ma anche per l’ambiente: produrre legumi costa poco e consente di “sprecare” un quantitativo molto limitato di risorse naturali mentre, al contempo, rende l’agricoltura più sostenibile.
Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, – come riporta un articolo pubblicato da Lifegate – la produzione di lenticchie o piselli spezzati richiede un consumo di 50 litri di acqua per chilo. Al contrario, un chilo di carne di pollo ne richiede 4.325, uno di manzo 13.000. La ridotta impronta idrica rende la produzione di legumi una scelta intelligente nelle zone aride e nelle regioni soggette a siccità. E se da un canto hanno bisogno di poco per crescere, dall’altro aiutano attivamente l’ambiente grazie alla loro capacità di fissare l’azoto atmosferico. Le loro proprietà di fissaggio dell’azoto nel suolo migliorano la fertilità dei terreni e
riducono le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Inoltre, migliorando le condizioni generali del terreno, i legumi promuovono la biodiversità.