Chi pratica yoga è ormai abituato a sentire parole provenienti da una strana e misteriosa lingua che altro non è che il sanscrito, una delle lingue tradizionali dell’India. Lungi dall’addentrarci nello studio del sanscrito ci sono almeno cinque parole che ogni yogi deve necessariamente conoscere. Tutte le posizioni yoga infatti hanno un nome che ci siamo ormai abituati a riconoscere così come tanti altri termini che fanno parte della nostra pratica di yoga.
1. Asana. Significa letteralmente “ciò che è saldo e comodo” ed è uno dei primi termini con cui ogni yogi viene a contatto quando inizia la pratica. Si traduce comunemente con “posa” o “posizione”. Per esempio Balasana significa posizione del fanciullo, Navasana posizione della barca, il tanto sospirato Savasana che giugne al termine della lezione significa posizione del cadavere e così via.
2. Namasté. Namasté è il tradizionale saluto indiano di cui abbiamo già parlato qui. E’ un rituale immancabile nella lezione di yoga. Significa “La luce divina in me saluta la luce divina che è in te”.
3. Om. Si dice che rievochi il suono dell’universo. Siamo tutti parte di questo universo, sempre in movimento e in continuo cambiamento. Quando cantiamo l’Om ci connettiamo alla sua vibrazione.
4. Shanti. E’ la parola sanscrita che indica pace. Nella tradizione buddista e indù si canta shanti per tre volte per indicare la pace nel corpo, nella parola e nella mente.
5. Yoga. Yoga significa letteralmente unione e indica l’unione di corpo, mente e spirito e yoga appunto. Ma è ancora più di questo. E’ la pratica che ci consente di connetterci con noi stessi, con gli altri, con l’ambiente che ci circonda e alla fine con la verità.