Per stare eretti e resistere al vento e alle intemperie bisogna contare su solide radici. Così come fanno da sempre gli alberi e come hanno imparato a fare i sadhu, i mistici girovaghi dell’India, che già parecchi secoli fa erano soliti meditare per lunghe ore in Vrksasana (la posizione dell’albero): eretti su una sola gamba piantata sul terreno, mentre l’altra di poggia all’interno della coscia opposta, per allenare l’autodisciplina e la forza di volontà. Al pari di molte altre pose dello yoga, Vrksasana trova ispirazione nella natura e nei suoi insegnamenti per ricordarci, ancora una volta, questo senso di appartenenza innato di cui l’uomo spesso dimentica di fare tesoro.
Le caratteristiche di Vrkasana
Vrksasana è una pietra miliare, una posizione che fa parte della storia dello yoga. Pare che sia stata ritratta anche in uno splendido bassorilievo del tempio indiano di Mahabalipuram risalente al 600 dC: la scultura rievoca la leggenda di Bhagiratha, un grande re indiano, che sarebbe rimasto a lungo nella posizione dell’albero per intercedere presso il dio Shiva e chiedere il permesso di trasportare il fiume sacro Gange sulla Terra. Un esempio di motivazione e di orientamento all’obiettivo, come si direbbe oggi.
I benefici di Vrksasana
Vrksasana è una posizione molto semplice da eseguire e non a caso è una delle prime asana con cui si comincia a mettere alla prova il proprio equilibrio, anche quando si insegna lo yoga ai bambini. Ma una posa semplice come questa riserva molte sorprese e benefici per la salute di corpo e spirito. Man mano che ci si esercita con questa posizione si impara a trovare un buona stabilità nelle gambe, si prende confidenza con il proprio baricentro e si diventa più focalizzati nella mente, mentre si sviluppano pazienza ed umiltà. A livello fisico rinforza i quadricipiti, le caviglie e la colonna vertebrale e allunga gli adduttori, il torace e le spalle. Inoltre dà sollievo dalla sciatalgia.